lunedì 23 aprile 2012

TI PIACE BRAHMS?

Credo sia ormai evidente per tutti che fare un distinguo fra il virtuale e il cosiddetto "mondo reale" abbia da tempo perso ogni senso. E da tempo io preferisco parlare di "interrealtà", ovvero di una terra di mezzo, come definito da Giuseppe Riva, risultante dalla fusione di reti virtuali e di reti reali mediante lo scambio di informazioni tra di esse. Nell'interrealtà io posso modificare in modo consistente la mia esperienza e identità sociale.  Allo stesso tempo sono io a decidere se questa terra di mezzo è più vicina ai confini del reale o del virtuale. I social network, e così chiudiamo subito questa banalissima premessa, sono solo un mezzo. Sta a me decidere di usarli per andare su Marte o per scendere ancora di più sulla strada. Ecco, per una volta, parliamo di un'interrealtà vicina alla pavimentazione stradale. Si chiama "social network ambientale". Il presupposto è quello di tutti i social network, ovvero un'"intelligenza artificiale" che permette, in base a pochi dati immessi di recuperare memorie e persone perse, e di gestire efficacemente almeno tre dei sei gradi di separazione che vi sono fra Mario Rossi e la Regina Elisabetta. Questa volta permette a Mario, che si sta godendo un caffè in un bar del centro in compagnia di un buon libro di incontrare Helga che, casualmente si trova nello stesso bar e, altrettanto casualmente condivide gli stessi gusti letterari di Mario. Poi da cosa nasce cosa e da li in poi si aprono mille scenari possibili. In pratica si tratta di un'evoluzione di quelle applicazioni (da Foursquare in poi) di geolocalizzazione. Il passo avanti è che mentre Foursquare agevolava la coincidenza, ovvero permetteva di far incontrare due persone che già si conoscevano e che per caso si trovavano nello stesso posto, con questa nuova generazione di applicazioni si conoscono persone nuove. Basta impostare alcune brevi informazioni sullo smartphone, più o meno le stesse che servono per impostare un profilo sui tradizionali social network, e trovarsi al momento giusto nel posto giusto. Non solo, se a forza di leggere si è fatta l'ora dell'aperitivo e nel frattempo Mario ha condiviso con Helga la passione per gli scrittori cubani, l'applicazione suggerisce anche se c'è un posto nei dintorni dove è possibile proseguire la conoscenza davanti a un Mojito fatto a regola d'arte. Si chiamano Highlight, Glancee, Kismet e Banjo, sono tutte gratuite e facilitano la socialità. Quella vera e in carne ed ossa. Ovviamente questo fenomeno che, ai tempi di Facebook, è esploso praticamente nel momento stesso in cui è nato, ha posto subito alcuni dubbi, soprattutto per quanto riguarda il tema delicato della privacy. Temo che, ancora una volta, siamo di fronte a un falso problema. Risolto dal fatto che dal momento in cui decidiamo consapevolemente di mettere in piazza una parte più o meno estesa della nostra vita, siamo noi che decidiamo necessariamente di rinunciare ad una porzione più o meno estesa della nostra privacy. E francamente in un'epoca caratterizzata da solitudini cosmiche e anoressie esistenziali sembra che il gioco valga la candela.  E' peraltro assolutamente chiaro che queste applicazioni saranno nuove, ulteriori telecamere spia sui nostri spostamenti, sui nostri consumi e sui nostri stili di vita. Ma ne avevamo già altre. Tante e attive da molto tempo. Si chiamavano carte di credito, Google, Myspace ecc. E se comunque queste "intrusioni" favoriscono anche un cambio delle regole del marketing aziendale facendo in modo che io riceva più spesso proposte di prodotti e servizi in linea con il mio stile di vita ben vengano. Anzi, magari è la volta buona che i molti "nemici della cellulite" capiscano che il problema non mi riguarda/non mi interessa e riescano finalmente a dirigere meglio i loro massicci sforzi comunicativi. Con buona pace di tutti.

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